Un viaggio tra le Tariffe Telefoniche degli operatori italiani, dal 1990 ad oggi
Riscopriamo com'era la telefonia mobile 30 anni fa e come si è evoluta
Ciao!
Ultimamente qui su Substack stiamo facendo molti viaggi nel tempo, andando a scoprire com’era il mondo dell’informatica e delle telecomunicazioni nel secolo scorso.
Oggi continuiamo questo trend andando alla scoperta delle vecchie tariffe telefoniche. Quanto si pagava negli anni ‘90 per chiamare fuori casa? Quando arrivò internet e, soprattutto, quanti GB venivano forniti?
Insomma, sarà l’occasione di far riaffiorare vecchi ricordi o di scoprire cose nuove per i più giovani.
Iniziamo!
La svolta delle Ricaricabili
All’inizio degli anni novante esisteva qualche tecnologia per chiamare fuori casa, gestita in regime di monopolio dalla SIP (ora TIM).
Tra questi il sistema RTMS (Radio Telephone Mobile System), disponibile fin dal 1985 nelle grandi città, e il più comune ETACS.
In entrambi i casi per usufruirne era necessario pagare un abbonamento fisso mensile al quale si aggiungeva la tariffazione delle chiamate effettuate (qualche centinaio di lire al minuto, in base alla fascia oraria).
Il costo dell’abbonamento era di 101.250L/mese inizialmente, che poi su dimezzato a 50.625L ma subito aumentato dallo stato italiano che introdusse una tassa di concessione da 25.000L.
La vera svolta la si ebbe intorno al 1992 quando la SIP introdusse la tecnologia GSM, il 2G. Ebbe subito un’enorme diffusione (equiparò gli utenti ETACS nel 1997) anche grazie alla formula ricaricabile, in cui l’utente pagava solo ciò che consumava senza un canone di abbonamento fisso e la conseguente tassa governativa.
Nacque anche la concorrenza dato che dal 1995 entrò nel mercato Omnitel (ora Vodafone) e nel 1997 Wind. Sempre nel' ‘97 da una scissione di Telecom nacque il distaccamento mobile: TIM.
Ma quindi, quanto costava chiamare?
Le Tariffe di TIM
La prima tariffa ricaricabile in assoluto fu la “TIM Ready to Go”, la cui scheda costava 100.000L e conteneva già 50.000L di traffico per 3 mesi (poi ricaricabili).
Durante la notte si chiamava a 224L/min mentre di giorno la tariffa decuplicava: 2000L/min.
Nel 1995 la differenziazione delle tariffe era estremamente chiara, altro che i complicati e insignificanti nomi di oggi!
Tariffa Rossa
1.950L/min giorno
190L/min sera (20:30-22:30 e weekend
95L/min notte
Tra l’altro si pagava ogni volta che si attivava/disattivava un servizio come segreteria telefonica, avviso o trasferimento di chiamata
Tariffa Arancione
280L/min all’interno della propria provincia + verso cellulari
900L/min per tutte le altre chiamate
La tariffazione quindi non dipendeva dall’orario in cui si chiamava bensì da chi si chiamava. Tale offerta quindi puntava ad acquisire un pubblico diverso rispetto alla rossa
Tariffa Gialla
1.950L/min mattina (9-14)
950L/min pomeriggio (14-21)
350L/min notte (21-9)
Nel pomeriggio di Sabato era valida la tariffa notturna mentre la mattina quella pomeridiana. Di domenica invece si chiamava sempre a 350L/min
Qui ritorna la tariffazione per fasce orarie ma con maggiore flessibilità e combinazioni diverse.
Tariffa Azzurra
590L/min in settimana
290L/min sabato e domenica
Alle tariffe elencate bisognava aggiungere l’IVA + 200L alla risposta.
Oltre alle chiamate era possibile aggiungere la possibilità di utilizzare internet e i FAX, anche qui con diverse tariffe da scegliere in base al proprio utilizzo
50.000L una tantum e 5.000L/mese per avere un secondo numero FAX e un terzo per la navigazione internet
A consumo: 95L/min per navigare e inviare FAX
Omnitel
Non vi tedio molto con ciò che Omnitel faceva nello stesso periodo: anche lei si basava su fasce orarie e prevedeva un piano per pagare meno in caso di chiamate locali.
Qui non c’è uno scatto alla risposta ma vari scatti, sempre di 200L, a intervalli variabili in base alla tariffa.
L’iconica Christmas Card
Non possiamo non citare una delle tariffe, e degli spot pubblicitari, più celebri del nostro paese: la christmas card di Omnitel.
Al costo di 10.000L si avevano 100 minuti di chiamate e 100 SMS inclusi ogni giorno per 2 mesi, rigorosamente fino al 6 gennaio, per restare in contatto con i propri amici e famigliari e fare gli auguri di natale.
Ebbe un successo tale da obbligare l’azienda a sospenderla nel 1999 per le molteplici attivazioni che avrebbero rischiato di sovraccaricare la rete di troppi SMS.
Piccola curiosità: Vodafone poi la ripropose nel 2013 dando 2GB di internet per 3 mesi e l’accesso a Spotify Premium, una formula decisamente più “moderna” (ovviamente rispetto al 1997, ad oggi ci sembra utopia).
Virtuali vs Reali - Cosa cambiava
Facciamo un salto avanti di una decina di anni e confrontiamo alcune delle offerte che mettevano a disposizione gli operatori infrastrutturati (TIM, Vodafone, Wind e 3) e quelli virtuali, all’epoca infatti esistevano già CoopVoce, PosteMobile e 1Mobile.
Quest’ultimi erano molto più convenienti come accade ora oppure no?
Confronteremo tutte tariffe senza scatto alla risposta e ignorando quelle con tariffazione al secondo.
TIM: 16cent/min tariffati in 2 blocchi da 8cent
Vodafone: 15cent/min se si ricaricava almeno una volta al mese, altrimenti 25cent/min
Wind: 17cent/min
Tre: 10cent/min se si ricaricavano almeno 5€ al mese
PosteMobile: 16cent/min (6cent/min verso numeri Poste).
In caso di una ricarica mensile in quello successivo si pagavano 14cent/min
CoopVoce: 17cent/min
ErgMobile: 17cent/min (8cent/min verso numeri Erg)
UnoMobile: 18cent/min (o 1cent/min verso 3 numeri UnoMobile a scelta)
Insomma, le differenze non erano assolutamente marcate come sono oggi. Le tariffe dei virtuali erano pressochè allineate con quelle degli operatori infrastrutturati che, anzi, potevano pure essere più convenienti di quest’ultimi.
Ovviamente si tratta di un’analisi limitata ad alcune tariffe di un periodo ristretto, però sicuramente la convenienza era ben diversa rispetto ad oggi dove Very offre 150GB a 4.99€ mentre con WindTre lo stesso quantitativo costa il doppio.
All’inizio di questa parte accennavo alla tariffazione al secondo, alcuni operatori infatti avevano una tariffa al minuto ma conteggiavano i singoli secondi di comunicazione. A un primo impatto potrebbe sembrare una metodologia più conveniente rispetto agli scatti da 1min (o 30sec nel caso di TIM) - in cui si paga tutto l’intervallo anticipatamente, anche se non lo si sfrutta tutto - ma in realtà non lo erano a causa di cavilli nascosti che aumentavano il prezzo di ogni telefonata.
Su questo link trovate un’approfondita ed interessante analisi sulla questione nel caso siate curiosi di scoprire di più!
Gli Albori di Internet
Già negli anni novanta era possibile aggiungere la navigazione internet alla propria tariffa ma si trattava di un servizio molto di nicchia, anche perchè richiedeva un cellulare compatibile.
Andiamo quindi oltre, quando ormai internet inizia a far sempre più parte delle nostre vite.
Nel 2013 con TIM pagando 3€ alla settimana si avevano 50min di telefonate e internet illimitato. Ma, se si superavano i 150mbps la velocità veniva limitata a soli 32kb.
Gli under 30 che pagavano 13€/mese potevano usare fino a 1GB al mese prima di vedersi la velocità drasticamente ridotta.
A fine 2014, Tre proponeva un pacchetto di 2GB e 200min di chiamate a 9€/mese mentre TIM solamente 1GB e 600min a 19€/mese.
Nel 2016, il periodo del boom di Whatsapp in Italia, Vodafone forniva “solamente” 4 giga a 15€/mese (con minuti illimitati).
Dal 2018 in poi sappiamo tutti cos’è successo, complice l’entrata nel mercato di vari operatori virtuali o comunque low cost la sfida delle offerte si è fatta sempre più agguerrita arrivando ad aumentare il quantitativo di GB e riducendo i prezzi.
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Grazie per essere arrivati fino a qui, spero che abbiate apprezzato questo post.
A presto 👋🏻