Perchè i SITI WEB GIAPPONESI sono BRUTTI?
Un'analisi Linguistica, Tecnologica ma soprattutto Culturale
Ciao!
Questo è un sito web Giapponese, a quando risale?
1995, 2005, 2015 o 2024?
Immagino che sarete andati un po’ indietro nel tempo ma in realtà è un sito attuale; lo screenshot è stato appena fatto, si, nel 2024.
Si discosta totalmente da ciò che riteniamo “bello” sia per i tratti obsoleti ma soprattutto per la confusione grafica.
La maggioranza dei siti web in Giappone, Corea e Taiwan è così.
Perchè?
Non c’è una risposta unica ma in questo post analizzeremo varie motivazioni.
Iniziamo!
Linguaggio
Una delle differenze più evidenti tra l’occidente (Europa, America ma anche Oceania) e Oriente è la scrittura utilizzata.
Se in Europa siamo abituati ad alfabeti che derivano dal Latino in Oriente la situazione è totalmente diversa. La scrittura Giapponese è composta da simboli molto più complessi e spesso per esprimere un unico concetto se ne utilizzano svariati con diverse combinazioni.
La scrittura è l’unione di tre diversi alfabeti e di conseguenza i singoli glifi sono moltissimi, tra 7.000 e 16.000, rispetto ai 200/800 delle lingue europee.
Creare un font per la lingua giapponese è estremamente complesso, lungo e costoso e quindi ce ne sono pochi e tutti molto simili tra di loro poichè è difficile “osare” sulla parte grafica.
Ciò comporta dei siti web molto piatti e con poca gerarchia visiva.
Quest’ultimo concetto è fondamentale per rendere un sito più accattivante ma soprattutto per favorire la lettura delle informazioni ed è influenzato dai font utilizzati e dall’utilizzo delle maiuscole o del corsivo, che nella lingua giapponese non esistono.
Inoltre i glifi sono molto più “pieni” e complessi rispetto a quelli a cui siamo abituati e quindi l’interfaccia risulta ancora più appesantita.
Relazione tra Lingua e Tecnologia
La presenza di set di caratteri molto complessi comporta dei tempi di caricamento più lunghi, di conseguenza spesso non sono presenti immagini o vengono inserite in piccole dimensioni e bassa risoluzione per ottimizzare la navigazione.
La riduzione dei tempi di caricamento è un obiettivo fondamentale per ogni sito web poichè, secondo vari studi, se si superno i 3s l’utente abbandona la pagina. L’estrema puntualità del Giappone si nota anche in questo settore, quindi ci tengono particolarmente.
In realtà è un concetto un po’ vecchio: ormai con le connessioni sono molto più veloci (il Giappone è una delle nazioni messe meglio) e quindi il fenomeno si pone meno.
Controesempi
Non tutti i siti infatti sono così: ce ne sono svariati con un buon design e soprattutto alcuni utilizzano una tecnica particolare per conciliare velocità di caricamento e aspetto grafico.
Vengono inserite delle immagini che contengono all’interno il testo in modo che il browser deve caricare solo la foto e non anche i caratteri.
Queste composizioni comunque hanno uno stile più moderno ma comunque molto sovraccarico di informazioni.
Cultura
Insomma, il linguaggio scritto che viene utilizzato non è pienamente una giustificazione alla “bruttezza” di molti siti web.
Andiamo quindi ad approfondire la cultura e in particolare la storia tecnologica del Giappone.
Cultura Tecnologica
Il Giappone è stata la culla dell’innovazione tecnologica, soprattutto all’inizio degli anni 2000. Lì sono nati i primi cellulari con schermi, fotocamere e soprattutto connessione 3G ad internet.
Di conseguenza i siti web si sono dovuti adattare a schermi più piccoli e con formato diverso rispetto ai PC andando a condensare tutte le informazioni.
Questa compressione degli elementi ovviamente era in vigore anche su desktop e ad oggi, quando i display degli smartphone sono molto più grandi e larghi, la situazione rimane la stessa
Cultura
Qui entra in gioco la cultura più generale della popolazione.
In Giappone c’è la tendenza ad azzerare tutti gli sprechi ed ottimizzare gli spazi, sia con oggetti fisici che nel mondo digitale.
Questi siti molto pieni e scarni di spazio negativo (il bianco è fondamentale per organizzare meglio le informazioni e rendere una composizione più appagante) a noi sembrano confusionari ma in realtà per loro sono la normalità e soddisfano il modo in cui si relazionano con il mondo.
Un altro fattore culturale sono i filtri percettivi: è impossibile recepire qualsiasi informazione e quindi tutti noi applichiamo, inconsciamente, dei filtri per selezionarne solo alcune in base a determinati criteri.
Uno di questi è la “chiusura delle informazioni”, ovvero la quantità di info che si vuole recepire prima di compiere un’azione o prendere una decisione. Alcune persone sono più impulsive, altre più riflessive.
In Giappone la maggioranza della popolazione richiede molte informazioni e quindi non basta una sola immagine per convincere all’acquisto di un prodotto ma servirà un’accurata descrizione.
Ultimo fattore culturare: la visione del mondo.
Se in occidente abbiamo tendenzialmente un pensiero analitico, quindi analizziamo una situazione in modo oggettivo e focalizzandoci su singoli dettagli in Giappone il pensiero è olistico, ovvero improntato a una visione globale delle cose.
Esempio: un Albero.
Analitico: è composto da radici, che traggono il nutrimento dal terreno, dal tronco, che sostiene l’albero e dai rami, che portano il nutrimento fino alle foglie/frutti.
Olistico: è un essere vivente che fa parte di un ecosistema e ha degli effetti su di esso: contribuisce al ciclo dell’acqua e all’assorbimento di CO2. È simbolo di vita, crescita e forza.
Tornando ai nostri siti web: avere svariate informazioni sott’occhio permette di applicare al meglio il pensiero olitico.
Conclusioni
Insomma, torniamo allo screenshot di partenza.
Sicuramente questo sito ha dei tratti un po’ obsoleti che rimandano a ciò a cui eravamo abituati 20 anni fa ma in realtà ciò che lo fa considerare brutto è l’ammasso di informazioni.
Noi siamo abituati a siti web che si sono modernizzati e soprattutto hanno adottato un approccio più ordinato e minimale, è per questo che i siti web orientali ci fanno uno strano effetto.
Tuttavia, come in molti altri ambiti, è prettamente una questione culturale.
Una “critica” iniziale è inevitabile ma bisogna andare a fondo per conoscere le motivazioni che hanno portato a questo, comprenderle e guardare gli stessi siti con un occhio diverso.
Fun fuct: è una questione che spesso ritorna in voga ma le prime analisi di questo tipo risalgono al 2011/2013, segno di come una decina di anni fa il nostro web design era già molto avanti e di quanto si è evoluto ultimamente.
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Grazie per essere arrivati fino a qui, spero che abbiate apprezzato questo post.
A presto 👋🏻