Pixel Screenshot è un ottimo esempio di AI nella vita di tutti i giorni
Una piccola feature semplice ma con grande potenziale
Ciao!
Nei Google Pixel 9, presentati ormai qualche mese fa, l’azienda si è focalizzata molto sul software e in particolare sulle funzionalità basate sull’intelligenza artificiale.
Tra queste c’è Pixel Screenshot, una feature molto pragmatica che può essere realmente utile nella vita di tutti i giorni, soprattutto a coloro che fanno compulsivamente screenshot per “salvarsi qualcosa” ma poi se ne dimenticano.
Vediamo quindi in cosa consiste, le sue potenzalità e le differenze con la controparte di Microsoft, Recall.
Iniziamo!
Pixel Screenshot
Si tratta di un’app nella quale vengono salvati tutti gli screenshot effettuati sul dispositivo che vengono immediatamente processati dall’Intelligenza Artificiale che, leggendo il testo o analizzando immagini, riepiloga le informazioni che si evincono dalla schermata catturata.
In alternativa, è possibile inserire manualmente nell’app delle normali foto scattate con il dispositivo.
Si tratta di un’esclusiva Pixel anche per una motivazione tecnica: il processore Tensor G4, appositamente ottimizzato per l’AI e che permette di far girare in locale il modello Gemini Nano.
Ma quindi, cosa ce ne si fa degli screenshot in questa app?
Beh innanzitutto è possibile effettuare le classiche modifiche, ovvero ritagliarli, disegnarci sopra, condividerli o aggiungere delle note.
Può essere anche impostato un promemoria che ci riproporrà nel momento specificato un determinato screenshot, magari per ricordarsi un certo evento.
Inoltre se verranno rilevati link, numeri di telefono o indirizzi sarà pronto il collegamento per aprirli nella relativa app (Youtube, Maps, Chrome, Telefono).
Altra piccola funzionalità: è possibile raggruppare gli screenshot in varie collezioni (cartelle).
Ma le vere potenzialità devono ancora arrivare…
La Ricerca degli Screenshot
Il fulcro dell’app è la barra di ricerca posta in basso con la quale si possono cercare degli screenshot!
Scrivendo ad esempio “Maglietta a righe” verranno trovate le immagini contenenti tale prodotto, che magari era stato visto e screenshottato vari mesi prima.
Ma qui le possibili applicazioni diventano decine dato che proprio grazie all’AI è anche possibile riconsocere eventuali numeri di telefono, password del wifi o movimenti bancari.
Chiedendo quindi “qual è la password della rete wifi di casa di mia mamma” se questa è presente in qualche screenshot ci verrà mostrata, magari anche incrociando più dati come la posizione geografica in cui è stato effettuato.
Se si screenshottassero tutte le spese effettuate durante un mese questa AI potrebbe sommarle tutte, suddividerle per categoria/giorno o elaborarle a nostro piacimento.
Quali sono le potenzialità?
Sostanzialmente abbiamo a disposizione un assistente personale che può rielaborare tutto ciò che riteniamo interessante o utile, e che quindi screenshottiamo.
Vedo delle possibilità di utilizzo da parte dei creativi, che possono utilizzarla per salvare degli spunti
Insomma, dà uno scopo alle schermate che molte persone catturano compulsivamente credendo che possano essere utili ma di cui poi si dimenticano.
Attualmente si può fare solo in questa app ma in futuro dovrebbe venire abilitata un’integrazione con Google Gemini che quindi renderà ancora più naturale la conversazione con l’AI e con maggiori potenzialità dato che può integrare sia dati presi dagli screenshot che da altri servizi Google (mail, calendario) o dal web.
Differenza con Recall
Qualche mese fa Microsoft accennava ad un concetto simile con “Recall”, un’AI che effettua screenshot periodici automaticamente a ciò che facciamo sul PC per poi rielaborarli, proprio come fa la funzione dei Pixel, e rispondere alle nostre domande.
Quest’iniziativa è stata fortemente criticata dato che rimane sempre attiva andando quindi a salvare tutto ciò che facciamo, comprese eventuali informazioni personali. Certo, è possibile disattivarlo temporaneamente, però di default è costantemente in ascolto.
Successivamente sono state introdotte alcune modifiche per aumentarne la sicurezza, ad esempio la biometria per attivarlo/disattivarlo e vedere gli screenshot, che comunque rimangono in locale e non vengono inviati su alcun cloud.
Tuttavia ritengo che la funzione di Google sia innanzitutto più privacy-oriented dato che è l’utente ad avere il pieno controllo sull’AI scegliendo cosa dargli in pasto.
Inoltre proprio questa razionalizzazione delle informazioni permette al chatbot di essere più efficace fornendo quindi risultati più coerenti con ciò che chiediamo.
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Grazie per essere arrivati fino a qui, spero che abbiate apprezzato questo post.
A presto 👋🏻