#68 HyperOS, il nuovo sistema operativo di Xiaomi
Tra qualche settimana diremo addio alla MIUI a favore di un OS proprietario.
👋🏻Ciao!
Benvenuti nel 68° episodio di WriTech
Tra le consegne con i droni di Amazon e possibili limitazioni a X (Twitter) è stata una settimana con varie notizie interessanti. Ne parleremo sicuramente prossimamente ma per oggi voglio concentrarmi su qualcosa che inevitabilmente (o meglio, si spera) influenzera il campo della telefonia mobile.
Iniziamo!
✒️ HyperOS
Dopo vari post su X con degli spoiler Xiaomi ha dichiarato che a partire dalla serie 14, che verrà presentata tra qualche settimana, non ci sarà più la famosa interfaccia grafica MIUI ma un sistema operativo tutto nuovo: HyperOS
Le Caratteristiche
Molto probabilmente non sarà una personalizzazione di android (come lo è la MIUI ma anche la OneUI di Samsung e la RealmeUI) ma un sistema operativo prodotto da zero, più simile ad HarmonyOS di Huawei. Nomi un po’ più diversi non potevano farli eh…
Tuttavia rimarrà estremamente simile alla user experience di Android perchè alla base ci sarà proprio lo stesso kernel.
Le indiscrezioni confermano anche la presenza dei servizi Google, cosa fondamentale per mantenere la grande fetta di mercato che hanno in Europa soprattutto nella fascia medio-bassa.
Lo vedremo per la prima volta con la presentazione della serie 14 ma nel corso dei prossimi mesi arriverà anche sui dispositivi più vecchi. Attendiamo una roadmap più dettagliata per capire fino a quanto andranno indietro (secondo me fino ai dispositivi del 2020/2021) e soprattutto se si fermeranno ai top di gamma o aggiorneranno anche quelli più economici, come i diffussissimi Redmi.
Sicuramente la creazione di un sistema come questo porta vari vantaggi e potenzialmente nessuno svantaggio, ma approfondiamo meglio i due aspetti.
Vantaggi
Il primo grande vantaggio della creazione di un sistema operativo proprietario è proprio avere un sistema operativo proprietario.
Si è quindi indipendenti dalla gestione di Google e dalla loro politica di aggiornamenti. Inoltre un po’ di sana concorrenza e di alternative rispetto al classico Android (seppur con le varie personalizzazioni) sicuramente non fanno male e ci si prepara ad eventuali scenari futuri.
Abbiamo visto che i battibecchi tra USA e Cina hanno portato al blocco di Huawei dall’utilizzo, tra le varie cose, dei servizi Google: ha dovuto quindi prendersi un periodo di pausa per sviluppare un proprio OS.
Se un domani anche Xiaomi dovesse subire questo trattamento sarebbe già pronta avendo un sistema indipendente e gli basterebbe solo rimuovere tutto ciò che è direttamente collegato con Google. Sempre seguendo questo ragionamento sembra che anche Vivo sia sviluppando una propria alternativa.
Il secondo vantaggio riguarda un maggior controllo e integrazione tra hardware e software. Apple, fin dai tempi di Steve Jobs, ha insistito molto su un sistema chiuso in cui il sistema operativo funziona in perfetta sintonia con il dispositivo stesso e con altri dello stesso brand. Con Android questa filosofia si è un po’ persa anche se negli ultimi anni Samsung si è creata un discreto ecosistema e Google, iniziando a prodursi i processori in casa e controllando pienamente Android, è riuscita ad arrivare ad un livello di sintonia hw-sw abbastanza alto con i suoi ultimi Pixel.
L’obiettivo di Xiaomi è lo stesso: garantire un’alta integrazione tra il sistema operativo e i prodotti hardware; non tanto il telefono stesso (che di cose prodotte direttamente dall’azienda stessa ne ha poche) ma tutti gli altri dispositivi dell’azienda. Sia smartwatch, cuffie, tablet e pc ma soprattutto il mondo dell’IoT (aspirapolveri, elettrodomestici, tv, proiettori, orologi smart, videocamere).
Qui c’è la pagina che vi fa rendere conto di quante cose ha in Italia, se si espande al mercato mondiale la lista diventa bizzarra ed infinita; in oriente infatti questo nuovo OS probabilmente avrà ancora più senso.
Hanno preso sul serio questa integrazione con IoT tanto che da qualche anno sviluppano “Vela”, una piattaforma estremamente leggera che sta dietro proprio a molti prodotti della smart home e che si integrerà perfettamente con questo nuovo sistema operativo.
Ulteriore vantaggio tra l’altro è poterlo usare anche su televisioni o display smart in modo da uniformare l’interfaccia grafica e quindi l’esperienza utente.
Svantaggi
Bhè parliamo proprio di interfaccia grafica, che secondo gli screenshot trapelati è esattamente uguale alla MIUI. Chiariamoci, non è un vero e proprio difetto perchè è un’interfaccia gradevole dal punto di vista estetico ma comunque con un’impronta molto cinese; personalmente avrei preferito qualcosa di diverso ma comunque mi aspettavo che rimanessero sulla stessa linea della MIUI.
Tuttavia mi sembra di notare un maggior livello di personalizzazione, che apprezzo.





Speriamo solo che risulti più pulita da blotware inutili e con meno bug (che comunque nelle ultime versioni della MIUI si sono ridotti drasticamente).
In realtà possiamo fermarci qui, di svantaggi attualmente non ce ne sono.
Molto probabilmente il classico utente comune con un Redmi da 200€ neanche se ne accorgerà.
Le cose potrebbero iniziare a diventare problematiche se e quando i servizi Google verranno meno e quindi, nonostante ci sia già una base da cui partire, bisognerà costruirsi un proprio store e riconquistare la fiducia dei clienti.
Per ovviare a questo ipotetico “problema” potrebbe essere interessante che Huawei renda disponibile anche a Xiaomi l’AppGallery, che in questi anni è diventato estremamente fornito. Non conosco i dettagli tecnici ma credo che non servano molte modifiche al codice delle app.
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Grazie per essere arrivati fino a qui, spero che abbiate apprezzato questo post.
A presto 👋🏻