L'hinterland milanese si riempie di datacenter: cosa sta succedendo?
E quali sono i possibili prolemi? Analizziamo il fenomeno
Ciao!
Negli ultimi mesi sono esponenzialmente aumentati articoli sui datacenter, e nello specifico sulla città di Milano.
Il suo hinterland infatti stanno continuamente fiorendo nuovi datacenter, rendendolo uno dei poli principali a livello europeo.
E allora tuffiamoci in questo mondo con un bel approfondimento: perché viene scelto questo territorio, quali aziende stanno arrivando e soprattutto quali saranno le conseguenze.
Iniziamo!
Perché Milano?
Ovviamente la situazione non è isolata, sono molte altre le grandi città europee in una situazione simile: Madrid, Varsavia, Francoforte e molte altre, complice anche la diffusione dell’AI.
Ma il nostro paese è quello che nell’ultimo anno ha visto la crescita più alta (+8%) arrivando ad ospitare il 13% dei datacenter europei.
E nello specifico, l’area di maggiore interesse è l’hinterland Milanese, specialmente la zona est e sud, fino a Pavia. Come mai?
Innanzitutto per un datacenter servono grandi spazi, e questa zona può offrirli. Sia con campi inutilizzati, ma soprattutto con vecchie aree industriali ora dismesse, come la ex-Cise di Segrate, e aree nei comuni di Cornaredo, Vittuone e Settimo Milanese.
Tutte aree molto vicine ad autostrade o comunque strade statali, in modo da ottimizzare sia la costruzione ma anche il trasporto degli apparati, specialmente se si tratta di una struttura aperta ad aziende terze, in cui chiunque può collocarsi. 🚚
Piccola parentesi a proposito di questo: il mercato della colocation è in rapida crescita (+17% rispetto al 2023) con un valore totale di 765 milioni.
Il posizionamento comodo ma allo stesso tempo isolato è inoltre fondamentale per non avere un impatto eccessivo sulle vite dei cittadini, ma allo stesso tempo essere vicini a zone densamenta abitante affinché i DC possano costituire un vantaggio nell’esperienza d’uso di internet.
La scelta ricade su Milano anche per la vicinanza al MIX, principale centro di interscambio internet italiano.
È difficile trovare nel sud europa un altra zona con queste caratteristiche, senza ovviamente andare “troppo in basso”, ad esempio a Roma, che sarebbe comunque un territorio interessante.
E non dimentichiamoci neanche la necessità di un clima mite, non esageratamente caldo, dato che già i datacenter di per sé richiedono un grande raffreddamento. Molte grandi città vengono quindi escluse a priori.
Fun Fuct: a Barcellona esiste un datacenter in una chiesa (Torre Girona), luogo molto fresco, ma mai come in Svezia, dove ce n’è uno in una montagna 😅.
Chi sta arrivando?
Data 4, azienda francese che crea datacenter in tutta Europa, ha già ben 8 ettari di terreni a Settimo Milanese ed entro il 2030 punta ad averne 20 con nuove costruzioni a Vittuone e a Milano2.
La stessa azienda, per avere maggiore capillarità sul nostro territorio, sembra essere interessata anche all’hinterland di Roma e al territorio piemontese.
Cyrus One ha acquistato un’area di 76.000m2 a Segrate, dove costruità un datacenter da circa 800 milioni di euro a pochissima distanza (700m stradali) da uno di sua proprietà già esistente! 🚀
Amazon ha in programma ben due datacenter, i cui lavori dovrebbero iniziare nei prossimi mesi: Zibido San Giacomo, verso Pavia, e Rho.
Sempre nelle campagne pavesi è in costruzione una struttura di Microsoft (che ha già un DC a Settala), non troppo distante da quella di RaiWay già operativa.

Nel complesso, attualmente sono circa 40 i datacenter attivi intorno a Milano e corrispondono alla metà di tutti quelli italiani.
Quali vantaggi ci portano tutti questi datacenter?
Si tratta a tutti gli effetti di aziende, che necessitano di dipendenti.
Nel 2024 sono stati creati 28.000 posti di lavoro nel settore, tra esperti di informatica, sicurezza e marketing, anche se solo 8.000 di questi a tempo pieno.
Non mancano opere compensative per l’impatto “fisico”/visivo e ambientale. Cyrus, di cui abbiamo parlato poco sopra, ha acquistato e regalato al comune di Segrate un’area di 700.000m2 (Golfo Agricolo) che diventerà una nuova area verde dedicata ai cittadini e che fino ad ora era inutilizzabile a causa di contenzioni vari. 🌳
Non manca anche una compensazione dal punto di vista energetico mediante progetti che sfruttano l’enorme quantità di calore prodotta dai datacenter per riscaldare le abitazioni. È una pratica abbastanza diffusa, fatta ad esempio da TIM a Rozzano o Retelit, in collaborazione con A2A.
Tutti questi criteri, che possono sembrare surplus, sono alla base di quella che secondo Matteo Piloni, consigliere regionale, dovrebbe essere una legge lombarda che disciplini la costruzione dei datacenter affinché non influiscano in modo negativo sulle comunità locali ma anzi, le arricchiscano.
Nel complesso, stando a quanto dice Cyrus One, gli italiani hanno tendenzialmente un’opinione positiva (51%) o neutrale (42%) piuttosto che negativa (7%) dei datacenter.
Milano riuscirà a reggere tutto questo?
Il nodo da sciogliere è quello energetico.
Nel 2024 in tutta Italia i server dei DC (escludendo quindi impiantistica, raffreddamento ecc…) hanno consumato 513MW, di cui 238MW solamente a Milano, luogo in cui tra l’altro si concentrano i datacenter ad alta potenza.
Non sono numeri esagerati se paragonati ad altri capoluoghi europei (solamente a Londra il consumo è stato di 1065MW, a Francoforte invece 867MW) ma rimane comunque un carico difficile da gestire “da un giorno all’altro”.
La burocrazia italiana non si è ancora adeguata a questi nuovi edifici; l’iter autorizzativo è lo stesso di qualsiasi altra costruzione e quindi ignora, in primis, l’impatto energetico. Questo può avere conseguenze soprattutto sui centri abitati più piccoli.
Contestualmente alla costruzione in molti casi vengono volte delle opere di supporto: 8.000m2 acquistati da Cyrus One verranno ceduti a Terna per adeguare la sottostazione di lambrate.💡
C’è una forte attenzione anche verso l’autoproduzione di energia, con molti datacenter che sono ricoperti da veri e propri parchi fotovoltaici e/o che richiedono specificatamente a Terna l’aggancio a fonti rinnovabili, che hanno lo scorso anno hanno coperto 350GW, prevalentemente solare ed eolico.
Insomma, ci sono anche “nuove” fonti energetiche dedicate a questi datacenter ma in ogni caso necessitano comunque di attingere alla rete nazionale e se il trend dovesse continuare a crescere con la stessa velocità ecco che diventerebbe un problema non indifferente, soprattutto d’estate.
🗂️ Cose Interessanti
Arrivano le truffe con SPID, soprattutto grazie all’AI vengono aperti seconde identità digitali per impersonificarsi in altre persone :(
La CIE sarà la soluzione?Perché non utilizzare la metropolitana per consegnare pacchi? Lo si sta sperimentando a Madrid e può avere del potenziale.
C’è questa campagna pubblicitaria di Make My Money Matter che mi ha colpito molto: divertente, d’effetto e con un forte messaggio dietro.
Grazie per essere arrivati fino a qui, spero che abbiate apprezzato questo post.
A presto 👋🏻