#91 Android - un Viaggio nella sua Evoluzione
Dal 2008 ad oggi tante nuove funzioni e vesti grafiche
👋🏻 Ciao!
Benvenuti nel 91° episodio di WriTech
Questo sarà un post abbastanza nostalgico: ritorniamo indietro di 16 anni e percorriamo tutta la storia di Android.
Partendo dalla sua nascita analizzeremo ogni versione con le principali novità funzionali ed estetiche!
Sarà un po’ lungo ma interessante
Buona Lettura!
Gli Albori
Android viene subito associato a Google ma in realtà, come anche in molti altri grandi progetti, l’idea nasce da qualche altra parte e poi viene acquisita.
In questo caso tutto parte del 2003 quando Andy Rubin, Rich Miner, Nick Sears e Chris White decisero di sviluppare “dispositivi cellulari più consapevoli della posizione e delle preferenze del loro proprietario”.
Tutti e tre provengono da un background hardware o software nel mondo della telefonia: i primi due già avevano progettato telefoni, il terzo era il presidente di T-Mobile e l’ultimo l’ideatore dell’interfaccia di WebTV.
L’obiettivo però non era produrre l’hardware, bensì il software.
Non fecero in tempo a rilasciare alcuna versione che nel 2005 vennero acquistati da Google, la quale voleva entrare nel mercato della telefonia mobile.
Il progetto venne presentato ufficialmente nel 2007 con il supporto di alcuni colossi del settore: Samsung, HTC, Qualcomm e T-Mobile.
Nel 2008 arriva l’HTC Dream, il primo smartphone con Android 1.0.
Era dotato di una tastiera fisica, ciò fa intuire che il software non era stato progettato come touch-centrico, come invece fece Steve Jobs con IOS, bensì era una soluzione ibrida.
Nel 2010 uscì il primo Samsung Galaxy seguito dall’LG Optimus Black.
Oltre a questi tre partner, ad oggi considerati pionieri degli smartphone (anche se due sono usciti dal mercato…), Google stessa decise di creare un proprio dispositivo, il Nexus One. In realtà lo ha solo ideato perchè la realizzazione è toccata ad HTC.
Seguendo la metodologia adottata da alcune versioni Linux, su cui Android si basa, è stato deciso di assegnare ad ogni versione un nome di un dolce.
Una caratteristica che negli anni è diventata estremamente iconica; alcune versioni sono conosciute più con il relativo dolce rispetto al numero.
Android 1
1.0 - 2008
Angel Cake
C’è poco da dire; è la prima versione e contiene tutti gli elementi “base” del sistema operativo nonchè le prime app Google dei principali servizi (mail, drive).
È presente una buona gestione delle app: c’è uno store denominato “Market”, il multitasking e il funzionamento in background.
1.1, 1.5, 1.6 - 2009
Battenberg, Cupcake, Donut
Le sottoversioni 1.1, 1.5 e 1.6 apportano solo qualche miglioramento sotto la scocca.
Android 2
2.0 - 2009
Eclair
Permette il trasferimento di dati via bluetooth e introduce i live wallpaper, una funzione estremamente apprezzata e diffusa all’epoca che oggi ormai è considerata vetusta.
2.2 - 2010
Froyo
Questa versione è decisamente più corposa: nasce l’hotspot WiFi, una nuova grafica per i loghi di alcune app e l’introduzione di Flashplayer.
Aggiunte sostanziali alla gestione delle app: arrivano gli aggiornamenti OTA (Over The Air, direttamente dalla rete) e la possibilità di installarle sulla scheda SD. Anch’essa è una funzione ormai scomparsa e inutile ma all’epoca era particolarmente comoda, soprattutto per i più nerd, visti i bassi tagli dello storage interno.
Ah, è stato fatto anche un cambio sotto al cofano che sembra aver portato un boost di 2-3x delle prestazioni.
2.3 - 2010
Gingerbread
Niente di chè, se non il supporto all’NFC.
Credo sia stata la prima versione di Android che io abbia utilizzato, ricordo ancora il suo EasterEgg sullo schermo di un Galaxy Ace!
Android 3
2011
Honeycomb
Questa è una delle versioni più particolari e meno conosciute.
È stata pensata, e quindi distribuita, solamente per i tablet.
Molte app (impostazioni, contatti, email) si dividono in due parti e i widget diventano molto più centrali nell’esperienza utente, proprio per sfruttare al meglio lo spazio della homescreen.
Ovviamente esiste il multitasking per usare più app contemporaneamente e viene rinnovato il browser che, vista la tipologia di dispositivo, è una delle app più importanti. All’epoca gli smartphone infatti venivano utilizzati molto come telefoni cellulari mentre per la navigazione web si preferiva il pc.
Penso di essere stato uno dei pochi ad averla usata, e a ricordarsene, su un vecchio tablet della Mediacom agli stessi tempi dell'Ace.
Android 4
4.0 - 2011
Ice Cream Sandwich
C’è una “rivoluzione” dello stile che è denominato Holo, un riferimento all’olografia. Molti elementi dell’interfaccia infatti hanno delle ombre ed effetti luminosi che li fanno risultare quasi tridimensionali.
Lato funzionalità non c’è alcuna novità interessante.
4.2 - 2012
Jelly Bean
Porta con sè Google Now, il predecessore di Gemini e Assistant.
Aveva il proprio feed nell’app di Google in cui mostrava il meteo o le indicazioni stradali per andare a casa o al lavoro, in base alla posizione attuale.
È proprio questa la particolarità che lo contraddistingueva: saper “prevedere” le azioni dell’utente.
Inoltre fungeva da assistente vocale, seppur con funzioni abbastanza limitate (aprire app, effettuare ricerche, inviare messaggi, mettere sveglie).
La stessa JellyBean è anche considerata la versione 4.3 poichè con un aggiornamento di qualche mese dopo vennero aggiunte alcune nuove funzioni tra cui il multi-utente e la scrittura a gesti.
4.4 - 2013
Kitkat
Fino a questo momento l’assistente vocale Now poteva venire attivato solamente premendo sul tasto, con Kitkat nasce il comando “Ok Google!”.
Android 5
5.0 - 2014
Lollilop
Questa versione è stata un punto di svolta nella storia di Android.
Si abbandona il vecchio stile Holo per passare al Material Design.
La costruzione delle interfacce grafiche, in primis di Google ma poi anche di app di terze parti, si basa su una griglia geometrica ben definita con effetti di profondità (illuminazione degli elementi e ombre) e animazioni.
L’ispirazione arriva da Google Now, da poco introdotto, basandosi sulla sua suddivisione in schede spigolose.
Se lo guardiamo ancora oggi, nonostante i 10 anni di distanza, non ci sembra esageratamente “antico”. Certo, manda vibes di 2015 ma tutto sommato possiamo considerarlo un design moderno e rivoluzionario per l’epoca, soprattutto se confrontato con Holo che era già obsoleto all’epoca (e infatti è durato solo 3 anni).
La mentalità futuristica di questo stile la si vede dal fatto che ancora oggi sta alla base del design di Android/Google, seppur con tratti più moderni.
Oltre alla parte estetica, vengono migliorate le animazioni che passano a 60fps e nasce “Smart Lock” per tenere il dispositivo sbloccato se connesso ad uno smartwatch; una funzione rivoluzionaria che però si è rivelata inutile e pericolosa.
È innovativa, e questa volta anche utile, la possibilità di visualizzare e rispondere alle notifiche direttamente dalla schermata di blocco, oltre che l’impostazione del Non Disturbare.
5.1 - 2015
Questa è stata l’ultima sotto-versione “ufficiale” di Android che tra l’altro già non aveva più il nome del dolce ma riprendeva sempre Lollilop.
È un upgrade con poche, ma interessanti, novità: supporta il dual-sim, le chiamate in HD e una migliore gestione delle reti WiFi. Inoltre viene introdotto l’obbligo di accedere all’account Google nel caso si faccia un reset forzato del dispositivo.
Android 6
2015 - Marshmallow
Non c’è nulla di particolarmente interessante, è un update abbastanza piatto.
Vengono introdotti Android Pay, la gestione dei permessi per singole app, l’impronta digitale e soprattutto il supporto alla Type-C (all’epoca abbastanza inutile ma fondamentale per il futuro).
Insieme ad Android 5 è stato il sistema operativo che io ho utilizzato maggiormente e di cui ho ancora un nitido ricordo.
Android 7
2016 - Nougat
Anche lui non è una versione particolarmente memorabile.
C’è qualche miglioramento e nuova funzione generica, spicca la nascita del multi tasking.
Android 8
2017 - Oreo
Tra le righe di codice c’è una caratteristica che lo rende più pratico, soprattutto per i produttori di smartphone, si chiama Project Treble.
Consiste in una suddivisione netta tra le varie parti del sistema operativo
Questo permette ai produttori di agire su ciò che è di loro interesse senza dover mettere mano al resto di Android che non c’entra nulla.
Per gli utenti il vantaggio sono degli aggiornamenti più rapidi.
Nello stesso anno nasce anche AndroidGO, una versione minimale ed estremamente alleggerita pensata per l’utilizzo in telefoni con scarso hardware.
Questa versione non può fare altro che farmi pensare al mio fantastico Xiaomi Mi A2 con il quale mi sono goduto l’esperienza stock fino ad Android 10.
Android 9
2018 - Pie
Qui ci sono succose novità soprattutto sull’estetica.
Il Material Design viene rivisitato (e denominato “2” o “Google Material Theme”) con molto più elementi arrotondati e colorati (ad esempio nelle impostazioni), un maggiore utilizzo del bianco e un nuovo slider del volume che si trova affianco ai tasti fisici.
Cambia anche il font di sistema che da Roboto diventa il Product Sans.
Viene introdotta la navigazione con gesture, o più precisamente “ibrida”.
Per tornare alla home o aprire il multitasking si scorre verso l’alto mentre per andare indietro rimane il tasto nella barra inferiore.
Android 10
2019 - Quince Tart
Quince Tart in realtà è un soprannome interno, da questo momento in poi le versioni sono annunciate al pubblico con il loro numero.
Inizialmente in realtà si era optato per la singola iniziale, in questo caso Q, ma l’idea è stata scartata perchè troppo cacofonica.
La decisione deriva dal fatto che alcuni nomi erano totalmente sconosciuti (in effetti avete mai sentito Quince Tart?) e difficili da prounciare.
Si inizia a sentire l’arrivo dei primi smartphone pieghevoli e quindi viene introdotto il supporto nativo.
C’è più personalizzazione dell’interfaccia grafica (font, stile delle icone, temi) nella versione Stock.
Per una maggiore privacy è possibile fornire ad un’app l’accesso alla posizione soltanto quando si trova in primo piano, una caratteristica che ormai è molto comune.
Android 11
2020 - Red Velvet Cake
Nessuna novità interessante se non la registrazione dello schermo nativa e la possibilità di ridimensionare e gestire meglio le finestre popup.
Android 12
2021 - Snow Cone
C’è un ulteriore rivisitazione del Material Design, che è quella tutt’ora in atto, ovvero il Material You.
È una grafica molto tondeggiante e giocherellosa (a tratti sembra una modalità anziani). Le dimensioni generose dei vari elementi hanno lasciato tutti un po’ spiazzati ma credo che ormai abbiamo iniziato a conviverci e, almeno personalmente, ad apprezzarla.
C’è un’alta personalizzazione di tutta l’interfaccia a partire dai colori predominanti che possono essere campionati dallo sfondo in uso.
C’è anche una valangata di nuove funzioni e caratteristiche, più o meno visibili, ma nulla di troppo importante.
Android 13
2022 - Tiramisù
Dopo anni di attesa è arrivata la possibilità di scansionare i QR Code direttamente dal sistema operativo (con un toggle nel pannello notifiche) senza ricorrere ad app terze o Google Lens.
Nasce la “Dashboard Privacy” in cui è possibile gestire la sicurezza del dispositivo e le autorizzazioni delle app, incluso lo storico dell’utilizzo di fotocamera/microfono/GPS.
Android 14
2023 - Upside Down Cake
Niente di chè in questa versione; continuano le migliorie sulla privacy con la possibilità di far accedere le app solo a specifici file e non a tutta la memoria o galleria.
Qualche novità sulla personalizzazione estetica e un risparmio energetico più chiaro e adattabile.
Ed eccoci arrivati ad oggi, al 2024. In estate uscità Android 15, vedremo cosa porterà di nuovo.
Abbiamo analizzato tutta la storia di Android vedendo quanto è lunga e varia: alcune versioni sono state più rivoluzionarie, altre invece quasi uguali alla precedente.
È anche molto interessante vedere l’evoluzione dello stile grafico. Per evidenziare le differenze ho realizzato una piccola gif ⬇️
Ormai ci portiamo il Material You da 3 anni, chissà quando verrà sostituito da uno stile totalmente differente con un upgrade memorabile (come tra Android 4.4 e 5)
Suppongo non molto presto considerando che è una grafica molto attuale.
🗂️ Cose Interessanti
Se vi serve un’app per gestire le note c’è Supernotes.
Si basa su delle schede che possono avere dei propri tag per effettuare collegamenti logici.File-Converter è un must have su Windows. Permette di convertire moltissime tipologie di file in modo rapido attraverso una voce nel menu contestuale.
Molto interessante questo documentario sulle valli nelle Dolomiti bellunesi.
Fastweb entra nel mercato dell’Energia.
Lo fa in modo non banale: con delle offerte simili a quelle di telefonia mobile in cui c’è un certo numero di kwh inclusi al mese.
Grazie per essere arrivati fino a qui, spero che abbiate apprezzato questo post.
A presto 👋🏻